La riviera romagnola è associata principalmente al mare, ma nel raggio di pochi chilometri da Cesenatico, c'è un intero mondo da scoprire, fatto di arte, storia, natura ed enogastronomia!
Dalle località più note di Rimini, San Marino e Ravenna, ai borghi meno conosciuti, ma non per questo meno belli e suggestivi, come Gradara e San Leo, alla realtà unica del Parco del Delta del Pò, alle saline di Cervia, ai tanti parchi naturali che circondano Cesenatico.
Rimini: mix di cultura e divertimento.
La città di Rimini è diventata nel mondo sinonimo di mare, estate e divertimento; ma Rimini ha un’anima che accontenta anche il viaggiatore in cerca di arte, monumenti e testimonianze storiche e basta entrare nel suo bellissimo centro storico per scoprirle.
Si parte dall’Arco di Augusto, il più importante del nord Italia, segno evidente di quella che fù la grandezza della Rimini colonia di Roma. Da qui si entra in corso di Augusto, la via principale del centro storico, poco più avanti Piazza Tre Martiri che ha sempre svolto il ruolo di centro politico e commerciale di Rimini. Il monumento più fotografato della piazza è la Torre dell’Orologio, con un quadrante con calendario, movimenti zodiacali e fasi lunari. Questa piazza, insieme a Piazza Cavour, è luogo di incontro di cittadini e turisti, in ogni periodo dell’anno, grazie al richiamo di numerosi locai, bar e ristoranti. Dalla piazza si accede alla Pescheria Vecchia, uno dei luoghi più caratteristici di Rimini: sotto gli archi e sui banchi di marmo si vendeva il pesce, oggi è il centro della movida riminese con locali, bar e birrerie. Attraversata la piazza e percorsa l’altra metà del corso d’Augusto, si esce dalla Rimini “romana” da un grande ponte a cinque arcate, in pietra d’Istria, che permette di scavalcare il Marecchia, l’antico Ariminus, il fiume che alla città ha dato il nome e il porto. Attraversare il Ponte di Tiberio costruito per volontà dell’Imperatore Augusto e terminato da Tiberio, da cui prende il nome, permette di godere di una veduta suggestiva sul canale, fino al mare. Superato il ponte si arriva a San Giuliano borgo di pescatori che dall’anno 1.000 abitano in queste case a ridosso del fiume Marecchia.
Nel borgo si dà appuntamento chi cerca un aperitivo in un’atmosfera rilassata ed autentica o una cena a lume di candela nei ristorantini esclusivi. La storia del borgo è indivisibile da quella di Federico Fellini, che amava molto questo luogo e i suoi personaggi, riproposti poi nei film, in particolare in Amarcord. Il borgo ha reso omaggio al maestro con una serie di murales che ritraggono situazioni e citazioni dalle sue pellicole.
La prima settimana di settembre degli anni pari (2020-22), non perdetevi la Festa de’ Borg un evento che si svolge nel Borgo San Giuliano con cibo di strada, spettacoli e racconti della storia del borgo.
Molti dei luoghi a cui il regista era molto legato sono il Cinema Fulgor ed il Grand Hotel sul lungomare, che aveva sempre una camera riservata per lui.
Il turismo e la vacanza restano le grandi attrattive di Rimini. Partiamo dalle famiglie, che, oltre al mare negli attrezzatissimi lidi, forniti di tutto, possono regalarsi qualche ora con i più piccoli all’ Italia in miniatura” o in uno dei 16 parchi tematici della Riviera Romagnola, tra cui Mirabilandia, Zoosafari e Atlantica. Per i più giovani il divertimento serale si concentra sul lungomare, il porto e Marina Centro. All’ombra della ruota panoramica vista mare si snoda un percorso chilometrico fatto di bar, ristoranti, locali di tendenza, posti dove ascoltare musica, in un’offerta che non finisce mai. Alcuni locali fanno ormai parte del mito: l’Altromondo Studios che stupisce dal 1967 con le spettacolari scenografie futuristiche; il Coconut, con le sue quattro piste da ballo e la sua atmosfera alla moda; il Carnaby, nato negli anni ’60 come pub inglese e trasformato successivamente in discoteca. Tra quelli più spettacolari, da non perdere il Bounty arredato come un antico vascello del ’700 e il Rock Island a strapiombo sul mare di Rimini.
In Romagna in ogni momento della giornata è sempre disponibile una piadina farcita con squacquerone e salumi locali, come la mora romagnola; altra specialità sono i famosi cappelletti in brodo o al ragù, il brodetto di pesce, senza dimenticare il pesce locale e tanto altro, tutto accompagnato da ottimi vini come Sangiovese, Albana bianco, Pagadebit, Trebbiano e Colli di Rimini.
Ravenna: la città dei mosaici
Ravenna è una città architettonica unica al mondo, la sola ad essere stata capitale di ben tre Imperi: Impero Romano d'Occidente, di Teodorico Re dei Goti, Impero di Bisanzio in Europa.
Non è, però, l’unico primato che detiene la città, Ravenna, infatti, ospita anche il più grande patrimonio di mosaici al mondo e ben 8 siti sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Ravenna non si rivela da subito nella sua grandezza, è una cittadina un po’ timida, al contrario dei centri della riviera e preferisce farsi scoprire poco per volta ed abbagliare con la lucentezza dei suoi mosaici.
L’itinerario a piedi nel centro storico si può fare facilmente in mezza giornata, pertanto, la prima tappa è bene farla a Sant’Apollinare in Classe, che si trova fuori dal centro, ma non può mancare nell’itinerario, è il più grandioso esempio di basilica paleocristiana a tre navate senza matronei, edificata sul luogo di sepoltura del martire patrono e “padre” della Ravenna cristiana. La chiesa in sé è piuttosto spoglia, ma il catino absidale, completamente ricoperto di mosaici compensa alla grande, rappresenta la più vasta superficie musiva giunta a noi dall’antichità e vi è riprodotta la trasfigurazione di Gesù.
Andando verso il centro, la seconda tappa da fare è al Mausoleo di Teodorico, unico monumento in pietra presente a Ravenna, quasi certamente voluto dallo stesso Teodorico. È una costruzione molto massiccia, ma al contempo elegante, realizzata con dei grandi blocchi di pietra d’Istria senza l’utilizzo di malta.
Arrivati in centro, il tour di Ravenna non può non iniziare dalla Basilica di San Vitale, uno dei monumenti più importanti dell’arte paleocristiana e bizantina in Italia e nel mondo, una chiesa dalle forme piuttosto inusuali, con una pianta ottagonale sormontata da una cupola retta da 8 pilastri, collegati tra loro da 7 nicchie traforate con un doppio ordine di arcate rette da colonne con dei bellissimi pulvini scolpiti. I mosaici ricoprono le pareti, l’abside e il presbiterio, producendo un effetto davvero potente!
Usciti da San Vitale si entra nel vicino Mausoleo di Galla Placidia, al cui interno si può sostare massimo 5 minuti, trattandosi di un piccolo edifico a croce latina, ma interamente affrescato, la cui cupola che rappresenta un cielo stellato blu e oro, abbaglia con la sua splendida luce.
Ed eccoci alla Domus dei Tappeti di Pietra un sito archeologico scoperto di recente, composto da una superficie di circa 1000 m² completamente ricoperta da mosaici (o ciò che ne resta). Ci troviamo in una Ravenna ricchissima e questa casa, vista la bellezza delle decorazioni, doveva essere di una persona importante.
Continuando il percorso, si arriva al Battistero degli Ariani, un piccolo edificio fatto erigere da Teodorico verso la fine del V secolo quando l’arianesimo si insedia ufficialmente a corte come religione. L’interno è piuttosto spoglio, ma basta alzare lo sguardo per rimanere, ancora una volta, senza parole, tutta la superficie interna della cupola è decorata a mosaico.
Ed eccoci giunti alla basilica di Sant’Apollinare Nuovo, anch’essa dotata di campanile cilindrico alto 38 metri e dove i mosaici delle pareti mostrano l’evoluzione dall’era di Teodorico a quella di Giustiniano.
Un breve intervallo tra i mosaici di Ravenna, per omaggiare la tomba di Dante Alighieri, che visse qui gli ultimi anni della sua vita, un tempietto neoclassico dichiarato monumento nazionale e di recente restaurato. Intorno alla tomba è stata istituita la cosiddetta “zona dantesca“, un’aerea di rispetto e silenzio di cui fanno parte anche il giardino con il Quadrarco e i chiostri francescani, in cui ha sede il Museo Dantesco. Attaccata alla tomba di Dante sorge la basilica di San Francesco, con una semplice facciata in laterizio. È qui che nel 1321 ebbero luogo le esequie del sommo poeta. La parte più suggestiva della chiesa è la piccola cripta, sommersa dall’acqua ma che lascia intravedere parte dei mosaici della pavimentazione a cui fanno la guardia dei pesci rossi.
Pochi minuti di cammino conducono all’altro celebre battistero della città, il Battistero Neoniano o degli Ortodossi. Siamo davanti al più antico dei monumenti ravennati, risale infatti alla fine del IV secolo/inizio del V. Tutte le pareti sono adorne di stucchi e mosaici ed anche qui è il mosaico che occupa l’interno della cupola a rappresentare il pezzo forte. La scena ritratta è quella del Battesimo di Cristo.
Ravenna la città dei mosaici, unica al mondo, è anche una città dall’ antica tradizione culinaria. Tra le specialità troviamo la pasta all’uovo come cappelletti, strozzapreti, passatelli e maltagliati, accompagnati da brodo e ragù;. Nei secondi piatti va forte la grigliata di carne, l’ immancabile piadina e dolci del luogo.
San Marino: patrimonio dell'umanità
San Marino e il Monte Titano sono stati dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 2008, perchè considerati una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale vivente che perdura da 700 anni", nata nel XIII secolo, non ha mai perso il suo status di Repubblica libera ed indipendente. A soli 10 Km dalla riviera romagnola, l'antica Repubblica di San Marino domina dall'alto la costa sottostante ed il suo centro storico merita assolutamente una visita: la porta d’accesso al paese, le stradine strette ricche di botteghe artigianali, le torri che sovrastano il monte, il blu e l’arancio delle uniformi delle guardie all’ingresso, le sciabole da cavallerie e i cappelli con le piume, tutto concorre a formare un luogo dove si respira un’atmosfera antica, magica, medievale, da “c’era una volta…”.
Il modo più panoramico, veloce e suggestivo per raggiungere San Marino è la funivia che parte da Borgo Maggiore. Lasciata l’auto in uno dei parcheggi adiacenti, si inizia una risalita con un dislivello di 166 metri che in 2 minuti permette di ammirare il panorama di oltre 200 chilometri della Costa Adriatica. Da sapere che il primo passeggero della funivia inaugurata nel 1956 è stata la statua della Madonna di Fatima.
La visita parte da Piazza della Libertà;dove si trova il Palazzo Pubblico, conosciuto anche come Palazzo del Governo. La piazza non è grandissima ma molto armonica e, nel periodo estivo, si può assistere al cambio della guardia ogni 30 minuti. Alle spalle del Palazzo c’è la Cava dei Balestrieri, da cui sono state estratte le pietre per costruire l’edificio. Ogni anno per celebrare la fondazione della Repubblica (3 settembre) si tiene qui il palio delle Balestre. La Basilica del Santo è la chiesa principale del paese dedicata appunto al Santo Marino, fondatore della Repubblica, dove sono conservate le sue reliquie. Da non perdere una visita alla vicina chiesetta di San Pietro, con l’abside scavato interamente nella roccia, che, si dice, abbia poteri curativi.
Continuando il percorso si arriva in cima al Castello, da qui parte il “passo delle streghe”, uno spettacolare sentiero che unisce le tre torri medioevali che rappresentano sicuramente il simbolo di San Marino ed offre vedute panoramiche uniche. La prima torre è la Torre Rocca o Guaita ed è la più antica torre d’Italia, risalente circa all’XI secolo. La seconda è la Torre Cesta o Fratta risalente circa al 1400; sorge nel punto più alto del monte e ospita al suo interno il Museo delle Armi Antiche. La terza torre è detta Montale, è la più piccola delle tre e dà accesso ad una profonda prigione detta “fondo della torre”.
In ultimo ci sono i Musei da visitare: Museo di Stato, Museo della Tortura e Museo delle Cere, che ospita una prestigiosa ricostruzione storica in 40 scene e 100 personaggi riprodotti in ambienti e costumi d’epoca della storia della Repubblica di San Marino.
San Marino è noto a tutti per lo shopping a buon mercato, il centro storico è ricco di negozi di gioielli, orologi, armi di libera vendita, mentre lungo la strada che porta in alto ci sono negozi di ogni genere. San Marino ha una grande tradizione in fatto di ceramica, pizzo, vetro, oggetti in legno e ferro, tra cui spiccano le balestre artigianali di cui il paese ha grande tradizione; inoltre San Marino è l’unico paese dell’area euro che emette monete d’oro a corso legale sul suo territorio, i famosi Scudi.
San Marino si trova tra Romagna e Marche, per cui tra i primi piatti troneggiano le paste fresche (tagliatelle, strozzapreti, ravioli, cappelletti, passatelli) e tra i secondi salumi, formaggi e carni, in gran parte provenienti dai pascoli intorno allo stato. I prodotti tipici sono La piada, il miele e l’olio di oliva. I dolci tipici sono la torta Tre Monti e Titano, il bustrengo, il caciatello, la ciambella, tutti accompagnati dal passito di uve
Gradara: la città di Paolo e Francesca
Gradara è il centro medioevale per eccellenza, interamente racchiusa tra le sue mura e sormontata dal bellissimo castello: il fascino di questa rocca insieme all’immortalità della storia d’amore tra Paolo e Francesca hanno reso Gradara tra i primi 30 siti visitati in Italia. Situato nelle Marche, ma proprio sul confine con la Romagna, è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e nel circuito dei borghi più belli d’Italia. Nel 2018 è stato proclamato "Borgo dei Borghi".
La visita al borgo di Gradara inizia varcando una porta trecentesca sormontata dalla Torre dell’Orologio, da qui parte il corso principale Umberto I che piano piano si fa più ripido e arriva fino alla Rocca di Gradara. Una volta entrati in questa dimensione che sembra condurci dietro nel tempo, sembra di vedere questa strada com’era un tempo; di sentire ancora lo strepito dei cavalli o immaginare dame, cavalieri e soldati che si aggirano per le vie del paese. Gli stretti vicoletti ospitano botteghe artigiane di ogni tipo, locande ed osterie che allietano i palati dei turisti con la cucina Marchignola (incrocio di Marche e Romagna).
Sicuramente Gradara è noto per essere la patria di Paolo e Franceca, di cui Dante ha reso immortale la struggente storia d’amore, raccontandola nei versi del suo V canto dell’Inferno. All’amore di Paolo e Francesca è dedicato un itinerario che si sviluppa nella zona attorno al Castello di Gradara e si chiama “Passeggiata degli Innamorati”, un percorso romantico immerso in uno splendido panorama.
Il Castello di Gradara è una costruzione del XII secolo, realizzata inizialmente per scopi difensivi e militari e poi utilizzata come residenza privata dai Malatesta prima e dagli Sforza poi. La Rocca di Gradara è visitabile, in un tour che può essere svolto in autonomia in 40 minuti o con il supporto di una guida che in circa un’ora vi racconterà la storia della rocca e delle sue stanze. Si inizia a partire dal Cortile d’Onore dove svetta maestoso il mastio, il torrione principale che ospita la “Sala delle Torture” alto quasi 40 metri, da cui domina tutta la valle circostante. Si prosegue poi agli appartamenti del piano nobile e alla scoperta della Sala di Sigismondo e Isotta, la Sala della Passione, il Camerino di Lucrezia Borgia e altri ambienti fino ad arrivare alla famosa Camera di Francesca.
La Rocca di Gradara è circondata da due cinte murarie, una racchiude i castello, mentre la più esterna si estende attorno al borgo per 800 metri ed è percorribile a piedi per 400 metri, attraversando torrette di controllo, gallerie sotterranee e feritoie che si alternano a punti panoramici mozzafiato dove talvolta la vista arriva fino a San Marino. La visita alla Rocca di Gradara nel periodo notturno è molto affascinante, data l’illuminazione utilizzata che esalta il castello, ma, percorrendo il percorso al tramonto, si può godere di un panorama altamente suggestivo.
Entrati nel borgo di Gradara e svoltando a destra in Via Roma, si raggiunge una passeggiata dove si incontra subito il cartello “Passeggiata degli Innamorati”, una passeggiata all’ombra degli alberi che segue un percorso nel parco dove si incontrano alcuni ristoranti e dove si può ammirare un bellissimo panorama della vallata circostante. La passeggiata è esclusivamente pedonale per circa 400 metri, fino a Villa Coventino, dove poi diventa una comune strada.
Gli abitanti di Gradara più che mai sentono il richiamo di un passato leggendario che fanno rivivere nei numerosi spettacoli rievocativi messi in scena durante l’anno. Tra questi va sicuramente citato il famoso “Assedio al Castello” uno spettacolo pirotecnico e musicale che mette in scena, durante il periodo estivo, l’assedio al Castello di Gradara avvenuto nel 1446 dagli Sforza. Per questa occasione i cittadini indossano abiti storici e si cimentano nei panni di dame, cavalieri e soldati.
Tra gli appuntamenti imperdibili di Gradara, ci sono i martedì di Gradara, tra mistero e leggenda, quando, al calar delle tenebre, l'antico castello si anima di percorsi teatrali e itineranti, alla scoperta dei suoi angoli più oscuri e suggestivi. E ancora Giovedì al Castello: per tutta l’estate, tra giugno e settembre, si entra letteralmente e praticamente indietro nel tempo, in piena atmosfera medioevale anzi, malatestiana con musiche, danze, cortei di dame e cavalieri nei loro eleganti abiti, mangiafuoco, duelli e ricostruzioni storiche del Corpo di Guardia di Gradara.
Tra i piatti più noti della cucina Marchignola che coniuga cucina marchigiana e cucina romagnola, troviamo i famosi crescioni di Gradara farciti solitamente con erbe selvatiche; da non perdere sono i bigoli, ovvero spaghetti fatti a mano, con sugo alla marchigiana. Come opzione vegetariana esiste la variante con salsa ai funghi porcini. Un altro piatto tipico è composto da lacchene ai fagioli, un primo piatto a base di fettuccine o tagliatelle, fatte di sola acqua e farina, preparate con fagioli bianchi o colorati. Ultimi ma non per importanza: gli strozzapreti, pasta fresca che nasce in Romagna, ma che nella splendida regione delle Marche viene accompagnata dal sugo alla mortadella.
San Leo: il borgo più bello d'Italia
San Leo è stata definita “città più bella d’Italia” da Umberto Eco ed è stata decantata persino da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Sicuramente merita una visita, almeno una volta nella vita, Bandiera Arancione del Touring Club italiano, appartenente al circuito dei Borghi più belli d'Italia, arroccato a 600 metri d’altezza, su uno sperone di roccia calcarea della Valmarecchia, resiste nel tempo a tutte le sfide della natura e ricorda un veliero che naviga in un mare di roccia.
A San Leo sono legati nomi illustri, come quello di San Francesco d’Assisi che vi giunse nel 1213, di Dante Alighieri che vi giunse nel 1306, la dinastia dei Montefeltro che ne fecero la sede della propria dinastia e Cagliostro che qui fù imprigionato, nella cella del “Pozzetto”, il cui unico accesso era una botola posta nel soffitto. La rocca di San Leo, infatti, fù a lungo adibita a carcere pontificio ed ancora oggi è possibile visitare le celle di molti patrioti antipapalini.
Oggi, la Rocca di San Leo rappresenta un gioiello di linee rinascimentali, nonché una delle più preziose testimonianze di arte militare italiana, nelle stanze della fortezza è possibile vedere una mostra permanente di armi e oggetti tipici della vita medievale.
La Porta di sopra risalente al 1870 è l’unica porta di accesso al borgo (adiacente c’è un grande parcheggio dove lasciare la propria auto). Da qui si arriva in piazza Dante, la sola piazza ed il cuore del borgo di San Leo. Arrivati in piazza Dante bisogna assolutamente sedersi sul bordo della fontana che si trova al suo centro ed ammirare gli edifici che la circondano: palazzi nobiliari, il Palazzo Mediceo, la Torre Campanaria, la Pieve di Santa Maria Assunta e il Duomo di San Leone. Ci si ritroverà immersi nell’epoca medioevale, una suggestione immensa. Il borgo è davvero piccolo, per cui non serve un itinerario preciso, ma piuttosto una affascinante passeggiata tra i suoi vicoli e le antiche case di pietra, suggeriamo di prendere via Toselli, girare attorno alla Torre Campanaria e passare dietro al Duomo e alla Pieve proseguendo sul sentiero fino a ritrovarvi in Piazza Dante. Infine, è assolutamente imperdibile arrivare alla Fortezza, che domina tutto il borgo dall’alto della rupe su cui sorge. Per salire alla fortezza c’è un sentiero abbastanza ripido da percorrere a piedi oppure si può prendere la navetta, mentre la discesa non è difficile da affrontare. Le origini della fortezza sono molto antiche, ci sono testimonianze storiche già dal tempo delle guerre tra Goti e Bizantini (VI secolo), ma il suo aspetto attuale lo si deve all’ architetto Francesco di Giorgio Martini, che ha modificato la fortezza cercando di renderla un prolungamento del masso che la sostiene, al punto tale che è difficile distinguere l’opera dell’uomo da quella della natura. Dal 1631 la fortezza passò nelle mani dello Stato Pontificio che la trasformò in un carcere di massima sicurezza e tale rimase fino al 1906. Oggi all’interno del palazzo che si affaccia sul cortile principale (la Piazza delle Tre Armi), sono conservati musei, mostre ed esposizioni, come la mostra sulle armi e le armature o il museo delle torture. Inoltre, è possibile visitare le celle di punizione, soprattutto quelle che ospitarono fino alla sua morte il Conte Cagliostro, un alchimista enigmatico e misterioso che contribuì a creare una leggenda attorno alla sua figura e ai luoghi che lo videro coinvolto.
San Leo offre tre punti panoramici spettacolari, da soli valgono la visita al borgo:
Il primo punto panoramico strepitoso è la fortezza, da cui i campi della Valmarecchia sembrano un dipinto.
Un secondo punto panoramico da non perdere è il Monte della Guardia ed un terzo punto panoramico anche molto bello è quello che si vede dal piazzale vicino al duomo.
La gastronomia è un incrocio tra Marche e Romagna